Scritto un anno fa e riproposto ora nel web:
Alessandro D’Isanto
I anno Biennio
Arti Visive - Pittura
Falling
chiclets – Ed Ruscha
L’indomani della fine della guerra. 1947. Ed Ruscha aveva dieci
anni. Lavastoviglie, televisori e automobili entravano nelle vite degli
americani. Un rinnovato entusiasmo derivato dal ritorno dei veterani dal
secondo conflitto mondiale si scontra con la realtà della mancanza di
costruzioni abitative adatte ad accogliere l’enormità della popolazione. Il
presidente era Harry Truman. Il fantasma del comunismo incombeva sulla nazione.
Di fatto la guerra nucleare globale poteva avere inizio in ogni momento ma era
un periodo in cui le tensioni internazionali erano bilanciate dalle comodità di
casa e la felicità per un bambino di Omaha costava pochi cents al negozio sotto
casa. Una piccola scatola contenenti dodici confettini bianchi: i Chiclets,
ovvero chewing gum, il cui nome deriva da un tipo di albero sempreverde
dell’America centrale, il Manilkara
chicle, da cui si estraeva la sostanza per realizzare tali gomme da masticare.
Nati circa un secolo fa dalla Cadbury Adams, i Chiclets, che avevano un gusto
di menta, sono spariti dal circuito commerciale degli Stati Uniti.
Con la realizzazione dell’opera Ruscha antepone due periodi
della sua vita identificandoli allo stesso tempo con due momenti cruciali della
nazione americana. L’utilizzo di queste particolari gomme da masticare
rappresentano senza dubbio un balzo indietro nel tempo, verso un periodo della
sua vita determinato da tranquillità e sicurezza, l’infanzia in Nebraska, segnata
dalla spensieratezza di una generazione a cui spetterà qualche anno più tardi
risollevare le sorti del paese che non ha mai visto conflitti sul suo
territorio.
Ma un elemento nel nome dell’opera (“Falling”) riporta,
anzi, trascina bruscamente lo spettatore al presente di allora, rivelando una
visione dinamica dell’artista, in divenire, con un moto discendente,
ineluttabile e senza fine. Nel 1963 moriva John F. Kennedy, e nel 1964, anno di
realizzazione dell’opera, il Senato americano approva in giugno il Civil Rights
Act, che vieta le discriminazioni nelle strutture pubbliche, nel governo e in
materia di occupazione; e in agosto concede al neo presidente Johnson la
facoltà d’intervenire con un grande dispiegamento militare in Vietnam. Perciò
Ruscha isola un preciso fotogramma della caduta, lo estrania dall’ambiente
circostante per immergerlo nel nero, colore del lutto ma anche di un’etnia fino
ad allora vista dai bianchi soltanto come forza lavoro condannata alla subordinazione,
e gli conferisce un contesto sociopolitico. Cosa accade prima della
capitolazione delle gomme da masticare non ci è dato saperlo e per di più una di
esse è distaccata dalle altre, come se dall’inizio fosse stata sulla
confezione, o addirittura già fuori, e anticipa le altre nell’ipotetico e
improbabile schianto, come un profeta che vede prima degli altri il devolvere
della situazione.
Di fatto, Ruscha unendo in una sola opera il sogno e l’incubo,
mostra come l’arte sia vitale quand’è fatta di cose che le persone tralasciano,
si lasciano sfuggire, come dei piccoli chewing gum.